Dieta chetogenica Quanti chili si possono perdere con la dieta chetogenica in 21 giorni? E in un mese?
Protocollo ADKeto VLCKD
Per oltre 50 anni, le linee guida alimentari negli Stati Uniti si sono concentrate sulla riduzione dell’assunzione di grassi saturi e totali. Tuttavia, i tassi di obesità e diabete sono aumentati notevolmente durante questo periodo, con potenziali implicazioni catastrofiche per la salute pubblica e l’economia.
Recentemente, le diete chetogeniche hanno ricevuto molta attenzione da parte del pubblico e della comunità di ricerca nutrizionale. Queste diete a bassissimo contenuto di carboidrari e grassi, sono definite chetogenicheoloproteiche o normoproteiche proprio perchè sono calcolate secondo il reale fabbisognogiornaliero, evitando gli effetti indesiderati dell’eccesso proteico, ma mantenendo un tenoremuscolare adeguato.
Le diete chetogeniche VLCKD sembrano più efficaci delle diete chetogeniche ricche di grassi proprio perchè stimolano ESCLUSIVAMENTE una chetosi endogena e, quindi, una riduzione forte e veloce di tessuto adiposo.
Sulla base delle prove disponibili, una dieta chetogenica ben formulata non sembra presentare importanti preoccupazioni per la sicurezza per il pubblico generale e può essere considerata un approccio di prima linea per l’obesità e il diabete. Saranno necessari studi clinici di alta qualità sulle diete chetogeniche per valutare importanti questioni riguardanti i loro effetti a lungo termine e il loro pieno potenziale nella medicina clinica.
Cos’è la dieta chetogenica ADKeto VLCKD LCKD
La dieta chetogenica è una strategia nutrizionale basata sulla riduzione dei carboidrati alimentari, che “obbliga” l’organismo a produrre autonomamente il glucosio necessario alla sopravvivenza e ad aumentare il consumo energetico dei grassi contenuti nel tessuto adiposo.
Cos’è la Dieta Chetogenica Classica
La dieta chetogenica classica è un regime alimentare terapeutico ad alto contenuto di grassi (fino al 90% delle calorie totali), moderato in proteine, e molto basso in carboidrati (meno del 5-10% delle calorie). Questo approccio induce uno stato metabolico chiamato chetosi, in cui l’organismo, a causa della ridotta disponibilità di glucosio, inizia a ossidare i grassi per produrre corpi chetonici, utilizzati come fonte primaria di energia. La dieta è stata originariamente sviluppata e ampiamente utilizzata nel trattamento dell’epilessia farmaco-resistente, in particolare nei bambini, dove ha dimostrato di ridurre significativamente la frequenza delle crisi epilettiche.
La dieta chetogenica classica è prescritta sotto stretto controllo medico, non solo per l’epilessia, ma anche in altre patologie neurologiche, come la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson, e in alcuni casi di cancro, dove si ipotizza che la riduzione del glucosio possa limitare la crescita delle cellule tumorali. Tuttavia, le sue applicazioni sono strettamente legate a patologie specifiche e richiedono un monitoraggio continuo per evitare effetti collaterali come carenze nutrizionali, ipoglicemia e dislipidemie.
Quali Differenze con il Protocollo VLCKD?
Il protocollo VLCKD (Very Low-Calorie Ketogenic Diet) condivide con la dieta chetogenica classica l’obiettivo di indurre la chetosi, ma differisce significativamente nelle indicazioni cliniche, nella composizione e nell’approccio terapeutico.
Indicazioni Cliniche: Mentre la dieta chetogenica classica è indicata principalmente per il trattamento di malattie neurologiche come l’epilessia farmaco-resistente, il protocollo VLCKD è rivolto principalmente alla gestione dell’obesità, della sindrome metabolica e della resistenza all’insulina.
L’obiettivo primario del VLCKD è la riduzione del tessuto adiposo attraverso una chetosi endogena, che stimola il metabolismo dei grassi corporei in modo controllato.
Composizione e Restrizione Calorica: Il protocollo VLCKD è strutturato per essere ipocalorico, con un apporto calorico giornaliero che può variare tra le 600 e le 800 kcal, mantenendo però una chetosi sicura. Questa dieta prevede una maggiore percentuale di proteine rispetto alla dieta chetogenica classica, il che è cruciale per preservare la massa muscolare durante la perdita di peso. La composizione dei macronutrienti è attentamente calibrata per indurre una chetosi ottimale senza compromettere la salute nutrizionale.
Chetosi Endogena vs Esogena: Mentre la dieta chetogenica classica la produzione di corpi chetonici deriva anche dai grassi ingeriti, il protocollo VLCKD si basa esclusivamente su una chetosi endogena. Questo implica che i corpi chetonici sono prodotti internamente dal corpo come risultato della combustione dei grassi di riserva, favorendo una riduzione del tessuto adiposo e migliorando la sensibilità all’insulina.
Monitoraggio e Durata: Il protocollo VLCKD è implementato in diverse fasi, a partire da una fase intensiva di chetosi, seguita da una reintroduzione graduale dei carboidrati per stabilizzare il peso raggiunto. Questo approccio richiede un monitoraggio medico continuo per valutare parametri metabolici come i livelli di insulina, glucosio e chetoni. A differenza della dieta chetogenica classica, che può essere seguita a lungo termine, il VLCKD è progettato per cicli temporanei, orientati a raggiungere specifici obiettivi di perdita di peso e miglioramento metabolico.
Monitoraggio e Integrazione: Il protocollo VLCKD è spesso accompagnato da un monitoraggio medico più strutturato e da una pianificazione integrativa, che può includere supplementi vitaminici e minerali per prevenire carenze e ottimizzare i risultati.
In Conclusione
La dieta chetogenica classica e il protocollo VLCKD, pur condividendo la stessa base metabolica, sono strumenti differenti con indicazioni cliniche e approcci terapeutici distinti.
La dieta chetogenica classica trova la sua applicazione principale nel trattamento di patologie neurologiche gravi, mentre il protocollo VLCKD è un metodo efficace per la gestione del peso e delle malattie metaboliche, con un focus sulla riduzione dell’insulino-resistenza e del tessuto adiposo.
La scelta del protocollo più adatto deve essere guidata da obiettivi clinici specifici e sempre sotto supervisione medica.
Caratteristiche della dieta chetogenica ADKeto VLCKD LCKD
La dieta chetogenica (in inglese ketogenic diet o keto diet) è uno schema nutrizionale:
- A basso contenuto di calorie (dieta ipocalorica)
- A basso contenuto percentuale e assoluto di carboidrati (dieta low carb)
- Ad alto contenuto percentuale di proteine, anche se la quantità assoluta (in grammi) è più spesso di media entità – ricordiamo che gli amminoacidi neoglucogenetici possono venire utilizzati dal fegato per produrre glucosio.
- Ad alto contenuto percentuale di lipidi.
Cosa mangiare nella dieta chetogenica? ADKeto VLCKD LCKD
L’aspetto più importante per raggiungere lo stato di chetosi è mangiare alimenti che non contengono carboidrati, limitare quelli che ne apportano pochi ed evitare i cibi che ne sono ricchi.
Gli alimenti consigliati sono:
- Carne, prodotti della pesca e uova (solo albume) – Gruppo 1 fondamentale degli alimenti
- Verdure – Gruppo 1 (gruppi che non convenzionali ma del protocollo ADKETO)
- Ortaggi – Gruppo 6 e 7 fondamentale degli alimenti.
Gli alimenti sconsigliati sono:
- Cereali, patate e derivati – III gruppo fondamentale degli alimenti
- Formaggi – Gruppo 2 fondamentale degli alimenti
- Grassi e oli da condimento – Gruppo 5 fondamentale degli alimenti
- Legumi – IV gruppo fondamentale degli alimenti
- Frutti – VI e VII gruppo fondamentale degli alimenti
- Bibite dolci, dolciumi vari, birra ecc.
Una linea guida piuttosto severa per una corretta dieta chetogenica prevede una ripartizione energetica di:
- Carbo: 20 e i 50 g/die
- Proteine: 1,2–1,5 g/kg di peso corporeo
- Grassi: 15 e i 30 g di apporto lipidico ottenuto prevalentemente da olio extravergine di oliva e da acidi grassi polinsaturi della serie omega 3
Quanti chetoni devono essere presenti nel sangue? ADKeto VLCKD LCKD
Non esiste una vera e propria distinzione tra chetosi e non chetosi. Il livello di questi composti è influenzato dalla dieta e dallo stile di vita.
Tuttavia, è possibile affermare che esiste un range ottimale per il corretto funzionamento della dieta chetogenica:
- Sotto 0,5 mmol di chetoni per litro di sangue non è considerata chetosi.
- Tra 0,5-1,5 mmol/l si parla di chetosi leggera
- Con 1,5-3 mmol/l la chetosi è definita ottimale
- Valori di oltre 3 mmol/l, oltre a non essere maggiormente efficaci, compromettono lo stato di salute (soprattutto in caso di diabete mellito tipo 1)
- Valori oltre 8-10 mmol/l sono difficili da raggiungere con la dieta. Talvolta vengono ottenuti nelle malattie o per mezzo di attività fisica inadeguata; si correlano a sintomi anche molto gravi.
Come funziona la dieta chetogenica?
Il meccanismo di funzionamento della dieta chetogenica si basa sulla riduzione delle calorie e dei carboidrati alimentari che, in associazione ad un giusto livello di proteine, dovrebbe migliorare la lipolisi e l’ossidazione lipidica cellulare. La produzione di corpi chetonici, che dev’essere assolutamente controllata, ha la funzione di moderare lo stimolo dell’appetito per il loro effetto anoressizzante.
Cenni sulla produzione energetica ADKeto VLCKD LCKD
La produzione energetica cellulare avviene grazie alla metabolizzazione di alcuni substrati, soprattutto glucosio ed acidi grassi. Per lo più, questo processo inizia nel citoplasma (glicolisi anaerobica – senza ossigeno) e termina nei mitocondri (ciclo di Krebs – con ossigeno – e ricarica dell’ATP).
Nota: le cellule muscolari sono anche in grado di ossidare buone quantità di amminoacidi ramificati.
Bisogna però sottolineare due aspetti fondamentali:
- Alcuni tessuti, come quello nervoso, funzionano “quasi” esclusivamente a glucosio
- Il corretto utilizzo cellulare degli acidi grassi è subordinato alla presenza di glucosio che, se carente, viene prodotto dal fegato mediante neoglucogenesi (a partire da substrati come amminoacidi glucogenici e glicerolo).
Nota: da sola, la neoglucogenesi non è in grado di soddisfare definitivamente, nel lungo termine, le richieste metaboliche dell’intero organismo.
Ecco perché i carboidrati, pur non potendo essere definiti “essenziali”, vanno considerati nutrienti comunque indispensabili e se ne consiglia un’assunzione minima di 180 g/die (la quantità minima per garantire la piena funzionalità del sistema nervoso centrale).
Corpi chetonici residui ADKeto VLCKD LCKD
Spieghiamo ora come avviene la liberazione di corpi chetonici.
Durante la produzione energetica, gli acidi grassi vengono dapprima ridotti in CoA (coenzima A) e, subito dopo, fatti entrare nel ciclo di Krebs. Qui si legano all’ossalacetato per giungere a un’ulteriore ossidazione, fino a terminare con la liberazione di anidride carbonica ed acqua. Quando la produzione di acetil CoA tramite lipolisi eccede la capacità di assorbimento dell’ossalacetato, avviene la formazione dei cosiddetti corpi chetonici.
Come funziona il BHB
Il BHB funziona come un ligando per i recettori degli acidi idrossicarbossilici (HCAr). HCAr, anche noto come GPR109a, è un
recettore accoppiato a proteine G espressa principalmente nelle cellule adipose e immunitarie. L’attivazione di HCAr sopprime la produzione di citochine pro-infiammatorie, tra cui TNF- α , IL-6, IL-12, e IL-1 cioè le interleuchine legate all’alterazione del signaling cellulare dell’insulina.
Nota: ogni corpo chetonico è formato da due molecole di acetil CoA.
Tipi di corpi chetonici
I corpi chetonici sono di tre tipi:
- Acetone
- Acetoacetato
- 3-idrossibutirrato
Smaltimento dei corpi chetonici
Chetosi, chetoacidosi e acidosi metabolica. Anche detta chetoacidosi, questa condizione abbassa il pH sanguigno definendo il quadro tipico dell’acidosi metabolica (tipica dei diabetici non trattati). In casi estremi l’acidosi può portare al coma e persino alla morte.
Attività motoria e chetoacidosi
Il ruolo dell’attività motoria sulla chetoacidosi è, in un certo senso, contradditorio. Partendo dal presupposto che il ricorso alla dieta chetogenica è comunque una forzatura metabolica – che a lungo andare può portare a conseguenze spiacevoli, anche in un organismo giovane e ben allenato – è doveroso specificare che: da un lato, l’esercizio fisico intenso aumenta le richieste energetiche di glucosio favorendo la produzione e l’accumulo di corpi chetonici. Dall’altro, l’esercizio fisico moderato aumenta l’ossidazione dei corpi chetonici stessi opponendosi al loro accumulo e agli effetti negativi che possono esercitare nell’organismo.
Neoglucogenesi
Abbiamo già detto che l’organismo ha comunque bisogno di glucosio e che, se non viene assunto con la dieta, dev’essere prodotto con la neoglucogenesi. Indispensabile al corretto funzionamento soprattutto del tessuto nervoso, il glucosio è anche necessario al completamento dell’ossidazione lipidica. La gluconeogenesi è un processo che porta alla formazione di glucosio a partire dallo scheletro carbonioso di alcuni amminoacidi (detti glucogenici, ovvero che danno origine all’ossalacetato); in misura inferiore, anche da glicerolo e acido lattico. Questo processo assicura un apporto costante di energia anche in condizioni di carenza di glucosio, ma costringe fegato e reni a lavorare di più per eliminare l’azoto.
Utilizzi della VLCKD
Questa strategia alimentare viene utilizzata soprattutto in tre contesti (molto diversi tra loro):
- Dimagrimento (meglio se sotto controllo medico)
- Terapia alimentare di certe patologie metaboliche come l’iperglicemia cronica, l’ipertrigliceridemia (solo sotto controllo medico), l’ipertensione arteriosa e la sindrome metabolica (mai in presenza di patologie o sofferenza di fegato e/o reni)
Agisce sull’adiposità localizzata meglio di qualsiasi altra dietoterapia ed utile in patologie sottodiagnosticate come il Lipedema, molto frequente nelle giovani donne e caratterizzato da un simmetrico accrescimento di adipe soprattutto negli arti inferiori, ma può coinvolgere anche quelli superiori. Spesso associato a dolore spontaneo o provocato, descritta talvolta nel fenomeno del “cuff sign” segno del calzino, perchè non interessa in alcun modo piede e sistema linfatico (erroneamente diagnostica come lifedema): tutto ciò è il risulato di compliance genetiche e infiammatorie, dove cellulite e inestetismi rappresentano solo un fattore secondario e, un approccio multifattoriale, anche caratterizzato dal un percorso chetogenico VLCKD (che agisce proprio sull’infiammazione, ecco perchè gold stadard nel trattamento del lipedema) associate ad attività fisica, interventi di chirurgia estetica e integrazione, aumentano di moltissimo la qualità funzionale ed estetica di certi pazienti.

